“LE CITTÀ E LA SOCIETÀ DEL FUTURO” E ”LE TECNOLOGIE CHE CAMBIERANNO LA NOSTRA VITA”

Dal Festival del cambiamento ragionamenti e riflessioni sul nostro futuro

Il Cambiamento è l’attualità, ovvero la necessità di confrontarsi con la veloce evoluzione che sta coinvolgendo molti aspetti della nostra vita. A Gorizia il primo giorno del Festival dedicato al Cambiamento ha avviato un approfondimento e un dibattito che intende portare un utile contributo a trovare soluzioni per gestire l’onda d’urto della transizione.

Federico Rampini, editorialista de Il Corriere della Sera ha spiegato che <nelle onde corte del cambiamento ci sono ovviamente la guerra e le sanzioni economiche che vanno però ad aggiungersi alle onde lunghe che già spingevano verso una de-globalizzazione, perché la guerra fredda era già cominciata tra Stati Uniti e Cina, o spingevano verso un ripensamento della globalizzazione. C’è un neologismo che si usa molto in America ed è stato ripreso dalla segretaria del tesoro Usa, Janet Yellen, ovvero “friend shoring”, cioè ri-localizzare nei Paesi amici. Questo è uno dei temi che sottopongo alla riflessione di un territorio e di un tessuto economico imprenditoriale, la Venezia Giulia, che è molto estroverso, molto globalizzato ma forse deve ripensare il concetto di globalizzazione e ristudiare le mappe geografiche e geopolitiche di questa globalizzazione>.

 Per Lorenzo Tavazzi (Partner e Responsabile Scenari e Intelligence, The European House – Ambrosetti) <il mondo sta accelerando, stiamo correndo velocissimamente e la discontinuità è sempre più forte. L’indice che misura l’incertezza globale, appunto la discontinuità, negli ultimi 10 anni è cresciuto del 340%. Ci troviamo di fronte a due onde lunghe di lungo periodo da oltre 30 anni: l’accelerazione tecnologica e il cambiamento demografico. All’interno di queste due onde ci sono otto nuove onde di cambiamento che riguardano la società, l’economia, il modo di lavorare e di interagire. Tutto questo sta disegnando uno scenario nuovo e lo stiamo vivendo in queste settimane, in questi giorni e in questi anni. La Venezia Giulia è un territorio che si trova al centro di tanti di questi cambiamenti: questa è una piattaforma logistica importantissima, qua si esprimono eccellenze nell’innovazione e questo territorio ha moltissimo da dire sulla evoluzione dei modelli di vita e delle città. Da questi aspetti l’idea di un laboratorio che possa essere di sperimentazione per l’Italia e per il beneficio della crescita di questo territorio nel futuro>.

“Le città e la società del futuro”, è il titolo dell’incontro dedicato ai programmi di sviluppo e alle politiche relative alle principali aree d’intervento (come viabilità, trasporto pubblico, edilizia residenziale, spazi commerciali e per uffici, aree per il tempo libero, ecc.) per cercare di andare incontro al nuovo modo di vivere, lavorare o studiare che – se pensiamo al ricorso al remote working o al boom degli acquisti online – la pandemia ha contribuito a rafforzare. Ha aperto gli interventi Carlos Moreno, “Smart City” Special Envoy del Sindaco di Parigi e Associate Professor della Business School della Sorbona di Parigi –Francia, che ha raccontato l’esperienza della città in 15 minuti <che si basa su quattro principi costituenti: l’ecologia per una città verde e sostenibile, la prossimità dei servizi, la solidarietà creando legami tra le persone e la partecipazione dei cittadini nella trasformazione del loro quartiere. Non vogliamo che la città diventi un paese rurale ma è un modo di riconsegnare la città a chi la abita. Molte città moderne sono pensate per risparmiare tempo eppure ne viene speso tanto per fare i pendolari. La città dei 15 minuti prevede tre concetti: il ritmo della città deve seguire quello degli essere umani e non quello delle auto, ogni metro quadrato deve servire a più scopi e i quartieri devono essere progettati per consentirci di vivere, lavorare e prosperare senza doversi spostare>.

Ares Kalandides, Fondatore e Amministratore Delegato, Inpolis Urbanism – Germania, ha invece spiegato che <nelle città e nei territori del domani la questione non è solo cosa cambia ma come gestire questo cambiamento: tra esperti vediamo che c’è la necessità di creare un nuovo dialogo anche con i cittadini e il tema principale, per me, è come fare a includere i cittadini in questo dialogo tra amministrazione, esperti e industria>.

Per Mauro Magatti, Sociologo, Direttore del Centre for the Anthropology of Religion and Cultural Change, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano <il tema è come rendere i territori e le città piattaforme negantropiche sapendo che è l’essere umano che ha la capacità di cogliere il nodo di affezione e una mente in grado di essere concreta a differenza dell’intelligenza artificiale che resta astratta. La città è un luogo dove creare una intelligenza umana diffusa>.

Daniele Checchi, Direttore Centrale Studi e Ricerche dell’Inps e Professore di Economia Politica all’Università degli Studi di Milano ha sottolineato che <nel welfare abbiamo una domanda crescente e una capacità di finanziamento decrescente. La capacità di finanziamento dipende dal fatto che ci sia lavoro e che sia pagato adeguatamente, ma in realtà quello che osserviamo, almeno negli ultimi 5 anni, è un peggioramento significativo delle retribuzioni più basse: c’è più gente che lavora ma che lavora meno ore e porta a casa meno soldi. Questa situazione mina sia la capacità di finanziare il sistema, sia la situazione di queste persone che con il sistema pensionistico attuale si troveranno con delle pensioni inadeguate per affrontare una vita dignitosa>.

Gabriele Sampaolo, Direttore generale 50&Più ha rilevato che <la scelta di fare un Festival richiama a un concetto e una connotazione popolare che necessita un processo di cambiamento che sia anzitutto culturale. La città deve essere costituita dal fare umano, dall’attenzione a corrispondere gli obiettivi che vedono da un lato le persone e dall’altro le tecnologie. Serve una alta densità di relazioni per generare comunità>.

“Le Tecnologie che cambieranno la nostra vita” è invece il titolo del panel aperto da Francesco Profumo, Presidente Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio, che ha sottolineato l’importanza dei temi affrontati perché, ha riferito, <dobbiamo riflettere sul ruolo che ciascuno di noi è chiamato a svolgere. Il cambiamento è, e sarà, sempre di più una condizione permanente che investe l’umanità. A noi spetta decidere se subirlo o governarlo, se accoglierlo acriticamente o agendo subito per fare in modo che l’avvento del nuovo non lasci indietro nessuno o che travolga le persone più in difficoltà>.

Per Helga Nowotny, già Presidente dello European Research Council, invece, <attribuiamo troppa importanza e crediamo troppo agli algoritmi perché riteniamo che possano prevedere il futuro ma la loro previsione è data da una analisi dei dati del passato. Questo ci impedisce di vivere un futuro libero>.

Mariarosaria Taddeo, Associate Professor, Senior Research Fellow, Co-Direttore del Digital Ethics Lab, Oxford Internet Institute, Università di Oxford – Regno Unito, ha affrontato la sfida dell’etica nel mondo del digitale <ci deve essere etica nel digitale perché è una forza di trasformazione della realtà e per essere sicuri di trasformarla nel modo migliore ci deve essere etica. Questa si implementa considerando i valori che sono fondamento della nostra società e cercando di trovare un equilibrio nel bilanciamento tra rischi e opportunità che sia compatibile con i nostri valori>.

Marco Pavone, Direttore dell’Autonomous Systems Laboratory e Co-Direttore del Center for Automotive Research, Stanford University; Director of Autonomous Vehicle Research, NVIDIA – USA, è entrato invece nel tema della fiducia verso la realtà della mobilità a guida autonoma <in futuro l’auto sarà un computer su ruote e per questo realtà come Google e Nvidia stanno investendo su questa tecnologia. Oggi quando acquistate un mezzo è al picco della sua evoluzione, le nuove macchine invece lo raggiungeranno dopo l’acquisto con le innovazioni software. L’auto è solo uno degli elementi che condizioneranno la mobilità del futuro e tra questi ci sono anche lo sharing o l’elettrificazione. La sfida sarà capire come combinare queste innovazioni>.

Il Festival del Cambiamento è organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia in collaborazione con The European House – Ambrosetti, ha quale main sponsor BAT Italia,  è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e dalla Fondazione CRTrieste ed ha ricevuto il Patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste, del Comune di Gorizia e dell’Università degli Studi di Trieste.

Gorizia, 26 maggio 2022